Parashat Ki Tissa – Noi siamo anche i nostri errori

10/03/2023 0 Di Redazione

Nella Parashà di Ki Tissa è raccontato quello che probabilmente è uno dei più grandi peccati che il popolo ebraico abbia mai commesso. Quaranta giorni dopo aver ricevuto la Torà, dopo la rivelazione sul Monte Sinai, avviene l’impensabile. Viene costruito un vitello d’oro che diventa centro di un culto idolatra. La vista del popolo che adora e si prostra di fronte al vitello d’oro era così sconcertante che Moshe frantumò le Tavole della Legge. Questo peccato è così fondamentalmente grave, che la Ghemara in Sanhedrin 102a afferma che “non c’è punizione che colpisca il popolo ebraico che non abbia in sé una qualche punizione per il peccato del vitello d’oro”. Data la gravità del peccato, la natura umana sarebbe portata ad applicare la logica che imporrebbe che una volta che gli ebrei furono perdonati, avrebbero voluto liberarsi di ogni ricordo del passato, distruggendo o nascondendo ogni cosa che li riportava a quei fatti. Eppure- D-o comanda l’esatto contrario. La Ghemara dice che a Moshe fu comandato di mettere le Tavole spezzate, insieme a quelle intere, nell’Aron. Lungi dall’essere nascoste o distrutte, queste tavole spezzate appartengono al luogo più sacro della terra. Perché? Perché tanta importanza?

Rav Tzadok di Lublino nota che questa collocazione contiene un insegnamento importante. Dobbiamo renderci conto che i nostri errori sono una parte fondamentale di ciò che siamo. Piuttosto che vergognarci del nostro passato, dovremmo vederlo come un passo importante nella nostra crescita e nel nostro sviluppo, come una parte fondamentale della nostra curva di apprendimento. Sebbene le Tavole rotte ricordassero un errore molto grave e doloroso del passato, Hashem ordina a Moshe di tenerle “in primo piano e al centro”, in modo che gli ebrei ricordassero che il peccato e le sue conseguenze servono in retrospettiva come un importante trampolino di lancio verso la formazione personale e di gruppo. In definitiva quindi, le tavole rotte rappresentano qualcosa di importante da custodire.

Il Talmud al riguardo scrive: Le tavole spezzate furono poste nell’Arca santa insieme alla seconda serie intatta; ‘luchot veshivre luchot munachim bearon” (Talmud Bava Batra 14b).

L’idea di rottura appare in una serie di eventi significativi nella vita ebraica: Uno dei suoni dello shofar viene effettuato attraverso le note spezzate dello shevarim, la cui radice viene dalla parola ebraica “shever” che significa “rotto”. Iniziamo il Seder spezzando in due parti un intero pezzo di matza. Quando gli sposi si trovano sotto il baldacchino nuziale, viene rotto un bicchiere. Questi rituali che fanno parte di momenti importanti della nostra vita rappresentano eventi che hanno portato alla rottura di qualcosa nelle nostre vite personali e comunitarie. Rompere la matza rappresenta la vita spezzata dello schiavo, lo spirito contrito di una persona pentita è simboleggiato dai suoni spezzati dello Shofar, e la rottura del bicchiere al matrimonio rappresenta un mondo che è incompleto senza la presenza del Bet haMikdash a Yerushalaim. Rotture e interezza coesistono fianco a fianco nelle camere del cuore. Le due serie di tavole custodite nell’Aron costituiscono una metafora sorprendente: La rottura e l’integrità coesistono fianco a fianco, anche nel luogo più sacro dell’ebraismo, nel cuore dell’Arca santa.

il Reshit Chochma, insegna che l’Arca è un simbolo che rappresenta il cuore umano. Le persone sperimentano la rottura in molti modi. Coloro che sperimentano una perdita molto dolorosa, che sia la mancanza dei propri cari o altre esperienze più o meno traumatiche che accadono nella vita, sanno che portiamo per sempre dentro delle “tavole rotte”. Le tavole nell’Aron rappresentano qualcosa di molto importante, degli insegnamenti che influiscono su diverse sfere della nostra vita. Prima di tutto, come genitori dobbiamo ricordare che va bene commettere errori, nessuno è perfetto e non esiste un manuale su come crescere correttamente i figli. Tutto ciò che possiamo fare è essere consapevoli e premurosi e fare del nostro meglio e, quando inevitabilmente commettiamo un errore, dobbiamo riconoscerlo, ammetterlo e imparare, cogliendo l’opportunità per una crescita personale e per trasmettere quello che abbiamo imparato. In secondo luogo, nonostante saremmo portati a voler aiutare costantemente i nostri figli e proteggerli, dobbiamo ricordare che commettere errori fa parte della vita ed è qualcosa che i nostri figli devono sperimentare e da cui devono imparare. Insieme a questo, dobbiamo aiutare i nostri figli a rendersi conto che per quanto dolorosi siano gli errori e i fallimenti, fanno parte del loro processo di crescita e svolgono un ruolo nel plasmare le persone che diventeranno.

Oltre ad insegnarci qualcosa nella sfera dell’educazione e della genitorialità, la presenza delle Tavole rotte e delle Tavole intere nell’Aron ci insegna anche un altro messaggio che dobbiamo interiorizzare. I momenti di grande gioia come i momenti meno felici sono elementi che accadono nell’arco delle nostre vite. Questi momenti sono racchiusi nella stessa scatola, nel nostro cuore, seguendo l’insegnamento del Meshech Chochma. Rashi nel commentare la disposizione delle Tavole all’interno dell’Aron scrive che le due serie di Tavole, quella spezzata e quella intera, si toccano l’una con l’altra. La sede delle emozioni umane si trova nel cuore. Qui, in questo spazio chiuso, dobbiamo conservare le nostre emozioni e le nostre esperienze, farne tesoro per migliorare noi stessi e per influenzare positivamente il prossimo

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