Parashat haShavua – Vayerà

26/10/2018 0 Di Redazione

Vista e visione giocano un ruolo importante nelle due narrazioni iniziali di Parashat Vayerà. All’inizio della lettura della Torà di questa settimana Avraham, appena circonciso, che riposa nella sua dimora di Elonei Mamre, “alza lo sguardo” e vede “tre uomini radicati davanti a lui” (Bereshit 18: 1-2). Questo innesca una raffica di attività mentre Avraham e Sara si affrettano ad eseguire la mitzwà dell’ospitalità nella propria casa. Questi misteriosi messaggeri sono viziati come ospiti e poi riportano la notizia che Sarà concepirà. Il gesto di Avraham che fissa lo sguardo “verso l’alto” dimostra di essere sia un atto fisico che spirituale. Lo spirituale rispecchia il fisico mentre tende ai bisogni degli estranei.  Accanto a questa storia di generosità e di gentilezza, incontriamo la narrazione di Sodoma e Gomorra e dei loro abitanti malvagi. Interessante notare che si apre con gli stessi uomini che iniziano il loro viaggio ma, in netto contrasto con la postura rivolta verso l’alto di Avraham, “guardano verso Sodoma”. Ancora una volta, gli atti fisici e spirituali si mescolano e si rispecchiano a vicenda. Che altro si può imparare sul contrasto e il posizionamento di queste due storie? Rav Shimshon Refael Hirsh spiega; dal pasto ospitale di Avraham si alzarono e guardarono verso Sodoma…Sodoma offriva il più completo contrasto con la semplice e pura atmosfera da cui questi uomini stavano appena emergendo. Avevano appena visto il fondamento di una nazione imperniata su due fattori: santificare il corpo con tutti i suoi impulsi in pura sottomissione morale a D-o con il brit milà e praticare l’amore eterno universale verso il prossimo, come ad esempio la gentilezza di cui essi stessi avevano goduto nella casa di Avraham. Il pasto ospitale in cui avevano appena annunciato la prima pietra del futuro popolo di D-o offriva un grande contrasto con Sodoma, formava un tale livello svantaggio per la degradazione sodomita per cui ora “abbassavano lo sguardo verso  le pianure di Sodoma con critiche che valutano la considerazione”. Perchè questo è il significato di vayashkifu, che “guardarono verso il basso” (Commentario alla Torà, Bereshit 3, 18). Il forte contrasto tra l’esempio del nostro antenato Avraham e il comportamento del popolo di Sodoma e Gomorra ci fa riflettere su cosa significhi costruire una civiltà etica e morale. Rav Hirsh sottolinea questa idea nel commentare l’espressione usata per gli uomini che guardano Sodom, “vayashkifu”. Abbassano lo sguardo, letteralmente e figurativamente, sul male che si sta svolgendo in queste città gemelle. Avraham, d’altra parte, alza lo sguardo. La qualità divina dei tre uomini che sono appena apparsi nella sua casa risplende e Avraham è all’altezza dell’occasione. Tuttavia per Avraham non si tratta solo di elevare sè stesso, ma di innalzare l’umanità. Rav Hirsh sottolinea splendidamente le qualità complementari di particolarità e di universalità che incontriamo in Avraham e nella tenda di Sarà.  Particolarità rappresentata dal brit milà, universalità attualizzata da Avraham che apre le sue “porte” a tutti gli estranei. Non è semplicemente il contrasto che importa; dobbiamo riconoscere questi momenti come il “fondamento di una nazione”. I discendenti di Avraham dovranno santificare i loro corpi e praticare la gentilezza per costruire un futuro sacro. Ogni momento della vita ci presenta la scelta tra Elonei Mamre e Sodoma., tra abbracciare la presenza di D-o e dei nostri simili e bandire il divino dal nostro mezzo. Avraham aveva una natura generosa, aveva amore per il Creatore e le Sue creazioni – anche quelli che si erano allontanati da Lui, pertanto si sforzò di parlare in loro difesa, come quando chiese a D-o di risparmiare Sodoma e Gomorra. Noi, il popolo ebraico, siamo i discendenti di Avraham. I tratti che caratterizzano Avraham sono impressi nell’anima di ogni singolo ebreo. Tuttavia non è sufficiente nascere con tratti buoni e nobili, si deve fare emergere il proprio pieno potenziale attraverso un’adeguata educazione. Il nostro dovere e compito è di imparare ad educare e spiegare partendo dall’interno del nostro popolo quali sono l’identità e lo scopo del popolo ebraico, dal punto di vista delle radici della nazione diventando poi “luce per le nazioni”.

Possiamo sempre noi essere benedetti con il senso della vita di Avraham, scegliendo il percorso di Elonei Mamre.

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